Tra le località a nord di Mombasa, Malindi assieme alla vicina Watamu rappresenta uno dei luoghi più ambiti dal turismo internazionale, con numerosissimi turisti italiani che vengono a cercare il massimo relax senza dimenticare il gusto della vita notturna e del divertimento.
Questo è il fascino di Malindi, sentirsi un po' come a casa pur vivendo una esperienza dell'Africa più struggente, che è poi, di fatto, quella del turismo sessuale o in alternativa dei Safari, che molte agenzie di viaggio della città vi proporranno con destinazioni altisonanti: Masai Mara, Amboseli, Tsavo Est ed Ovest i luoghi mitici del vero mal d'Africa.
Per Malindi ci sono voli interni da Nairobi e Mombasa, ma anche voli diretti dalle principali città europee e si possono trovare offerte interessanti. Una volta arrivati a Malindi è importante ricordare che nel passato si sono avuti episodi di micro criminalità anche grave. Anche se la situazione sembra migliorata, è bene ricordare che le strade secondarie, poco illuminate di notte possono essere teatro di aggressioni e rapine a mano armata, ed è quindi sconsigliabile indossare oggetti preziosi ed avere in vista attrezzature fotografiche e telecamere che sono i primi obiettivi degli eventuali ladri.
Malindi in passato è stata una città Swahili di discreta importanza, ma ormai il passato orgoglioso è cancellato dalla crescita incredibile di alberghi e villaggi turistici, riempiti dalle folle di turisti richiamati qui dalle belle spiagge bianche e le acque trasparenti del mare dove al largo si trovano meravigliose barriere coralline.
Per qualche mchawi mweupe (i soliti saccenti stregoni bianchi, in particolar modo italiani, che si incontrano a Malindi) il periodo migliore per arrivare a Malindi è sicuramente la stagione più secca (che peraltro nulla ha a che vedere con la stagione più calda), quella che va da giugno a settembre e che, a loro dire, è anche l'alta stagione. Per costoro è anche il periodo in cui è più facile, durante i safari, incontrare e vedere gli animali selvatici, che tendono a radunarsi per la siccità intorno alle poche pozze d'acqua dei parchi naturali (un paio di elefanti decrepiti di 70 anni ed una leonessa rinsecchita).
In realtà il Clima del Kenya è ben più complesso in quanto, seppur tagliato in due dall'Equatore, solo la fascia costiera risente delle temperature e umidità associate al clima equatoriale, mentre nell'interno il clima cambia con il variare dell'altitudine (gli altipiani del Kenya variano infatti dai 1.200 ai 2.200 metri di altezza). Quanto ai periodi migliori per i safari non sono certo quelli legati alla siccità bensì alla rigogliosità della flora ed in conseguenza di ciò alle migrazioni della fauna (vedi i periodi migliori per visitare i Pachi e Riserve nella barra laterale destra della Sezione Safari in questo sito).
Malindi città non offre molto dal punto di vista culturale, ma moltissimo dal punto di vista mondano e dell'intrattenimento organizzato. I punti di interesse della città hanno come comune denominatore il celebre navigatore portoghese Vasco da Gama (vedi Storia di Malindi).
Nell’Oceano Indiano antistante la costa orientale del Kenya, il Parco Nazionale Marino di Malindi dal ‘68 è il più antico del genere in Africa e Riserva della Biosfera UNESCO dal 1979.
L’accesso terrestre al parco è nella città di Malindi lungo la strada a 7 km dall’area residenziale Casuarina ed a 118 km dalla portuale Mombasa City.
In Kenya, il Parco Nazionale Marino di Malindi a 2 km dalla costa a sud di Malindi è compreso nella Riserva Nazionale Marina di Malindi insieme al Parco Nazionale Marino di Watamu.
Nel Parco Marino di Malindi è protetto un complesso di ecosistemi di grande ricchezza e varietà: barriere coralline, lagune con giardini di corallo di diverse specie, mangrovie, praterie di fanerogame marine lasciate scoperte dalla bassa marea e alghe, distese fangose.
La prolifica vita marina comprende una ricchezza di biodiversità ittica di oltre 300 specie. Nelle acque del parco si incontrano colorati pesci tropicali (pesce angelo, pesce pappagallo, pesce chirurgo), barracuda, pesci farfalla, delfini, squali di barriera, tartarughe marine di diverse specie (Verde, Caretta, Hawksbill, Olive Ridley) e aragoste tra coralli, stelle marine, cetrioli marini e ricci di mare.
Nelle zone umide del parco si possono osservare molte specie di uccelli migratori e di limicoli.
La maggior parte delle barriere coralline sono situate a 150 metri da riva, comprese le due principali (North Reef e Barracuda Reef) tra le quali si inabissano precipitosamente le pareti del profondo Barracuda Channel. Le diverse attività turistiche marine e nautiche sono concentrate in particolare nella grande barriera corallina di North Reef, dove l’elevato grado di visibilità consente entusiasmanti immersioni subacquee tra pesci guizzanti.
Numerose sono le altre attività ricreative rispettose dell’ambiente praticabili nel parco. È piacevole rilassarsi in spiaggia e passeggiare sull'arenile e le acque calde dell’oceano sono invitanti per il nuoto, per gli sport acquatici consentiti, compreso lo snorkeling nei pressi dei giardini di corallo. Escursioni su imbarcazioni tipiche locali (dhow) consentono di scoprire le zone del parco, mentre a bordo di quelle moderne con fondo di vetro si possono ammirare dall'alto gli spettacolari fondali marini.
Non tutti sanno, specie i turisti, che le acque della costa di Malindi diventano più torbide, a causa dei sedimenti fluviali ricchi di quarzo e pirite scaricati a mare dai 390 Km del fiume Athi-Galana-Sabaki.
Questo "fenomeno", che colpisce la costa dalla foce del fiume sino al parco marino, si verifica di solito da dicembre a febbraio, conseguenza del vento dominante, il kaskazi, in concomitanza con le piogge nella savana a nord di Nairobi.
Usare la Modalità Desktop per la visualizzazione con Smartphone
Usare la Modalità Desktop per la visualizzazione con Smartphone
Vedi anche: Malindi Beach
GLI AFRICANI E LA BIBBIA
«Già nell'ambiente colonialista era in voga l'abitudine di gettare in mare la Bibbia non appena attraversato il canale di Suez. Pure i missionari, affascinati dal "Continente Nero", non gettavano in mare la Bibbia, ma solo la tonaca.»
«Quando i missionari giunsero, noi africani avevamo la terra e i missionari la Bibbia. Essi ci dissero di pregare ad occhi chiusi. Quando li aprimmo, loro avevano la terra e noi la Bibbia.»