In Kenya una
moltitudine di isole, lungo la costa dell'Oceano Indiano e nel lago Vittoria, sono sconosciute ai più. Andiamo alla scoperta di queste oasi incontaminate, circondate da una miriade di parchi
naturali tra i più piccoli e i più grandi dell'Africa.
Spiagge ornate di palme, barriere coralline stupefacenti e una vita marina spettacolare caratterizzano la costa del Kenya e le sue straordinarie isole.
Chale e Wasini, tappezzate da giardini di corallo, oltre al piccolo arcipelago di Funzi, dove Funzi, conosciuta per le sue spiagge incontaminate, è l'isola principale e l'unica ad essere abitata, sono le mete
ideali per chi cerca il relax, la privacy e uno svago alternativo in un Kenya troppo poco conosciuto.
Chale, isola su cui sbarcò nel '500 tale Carlis Pablis taumaturgo di origine portoghese dal cui nome sarebbe derivato quello dell'isola, si trova a soli 100 metri dalla costa sull'Oceano Indiano.
Gli abitanti hanno fatto del Pablis un Robinson Crusoe e considerano sacro il luogo dove Chale babu, nonno Chale, visse. Panoramici scorci, da cui si osserva l'Oceano Indiano, fanno dimenticare
presto le ben più famose spiagge tropicali.
Di Wasini, quasi al confine con la Tanzania, e della serie di isole coralline e scogli che la circondano, è stato scritto che fa parte dell'area più strabiliante della costa dell'Africa
orientale. Ma non è solo uno slogan promozionale.
Queste due destinazioni si possono raggiungere, via terra/mare dall'Isola di Mombasa.
Chale Island si trova a soli 12 chilometri a sud di Diani, sulla costa meridionale del Kenya. Al porticciolo, distante dall'isola un
centinaio di metri si attende l'arrivo del trattore mentre si ammira un maestoso baobab. Sotto il gigantesco albero sarebbe stato sepolto Chale "babu", divenuto famoso tra le popolazioni
Digo perché capace di preparare medicamenti a base di erbe davvero prodigiosi. In pochi minuti il poderoso mezzo è arrivato a riva. È un trattore, di quelli che si utilizzano per arare i campi:
traina una carrozza, stile far west. Durante il momento della bassa marea, infatti, l'isola non si può raggiungere se non col trattore. La barca motorizzata in legno è, invece, utilizzata durante
l'alta marea.
Coperta di rigogliosa vegetazione da cui fa capolino, qua e là, il tetto in paglia dei bungalow, l'isola ha un'estensione di soli 226 metri quadrati e una spiaggia privata di sabbia bianchissima
dove si può passeggiare per godere quietamente della brezza del mare e dei profumi della vegetazione.
L'isola è stata aperta ufficialmente nel 1992 ed è stata definita un paradiso "out of this world", fuori dal mondo.
I bungalow sono sovrastati da due penthouse di quattro piani ciascuna. Dai balconi all'ultimo piano, si apprezza lo scenario creato dall'Oceano Indiano che frange le sue onde sugli scogli
corallini modellati in una miriade di sorprendenti fogge.
Non solo luogo di pace per i viaggiatori, ma habitat ideale per una moltitudine di animali come babbuini, colobi, porcospini, dik-dik e di uccelli, tra cui merita menzione la temibile aquila
pescatrice.
Anche se un terzo dell'isola è occupato dall'albergo con le sue tende e gli appartamenti, la piscina e lo work shop dove abili falegnami restaurano il mobilio in gran parte proveniente da
Zanzibar, l'ambiente è stato perfettamente rispettato. Tutto l'arredamento, i mobili con le fini decorazioni, le porte e i coloratissimi vasi, finiscono per esaltare la bellezza di questo
posto.
Per approdare a Wasini, si salpa dal porticciolo di Shimoni, su un dhow, imbarcazioni di legno che venivano utilizzate, e lo sono tuttora, quali navi da carico per il commercio verso il
vicino Oriente e per la pesca di tonni e barracuda.
La bassa marea porta in superficie anfratti, grotte naturali e la barriera corallina che rendono la costa keniota piacevolmente selvaggia, in una mistura di spiagge bianche, acque cristalline e
verdeggiante vegetazione.
Ma Wasini è singolare per il suo "coral garden", il giardino di corallo, dove centinaia di formazioni coralline color grigio fumo si stagliano dal suolo in una sorprendente varietà di forme e si
lasciano ammirare mentre si passeggia accanto a loro. I coralli sono però morti e quindi non colorati se non dal verde strato di citronella prodotto dall'acqua che invade di tanto in tanto il
prezioso giardino.
Per i subacquei, invece, la barriera corallina che corre parallelamente alla costa, interrompendosi soltanto all'altezza degli estuari dei fiumi è un paradiso tutto da esplorare. La temperatura
dell'acqua non subisce forti escursioni durante l'anno passando dai 29 gradi centigradi in marzo ai 25 in settembre e questa è una delle condizioni per lo sviluppo del corallo la cui crescita
richiede luce, acqua con alto contenuto di ossigeno e una tiepida temperatura.
L'origine di questo giardino di corallo e degli altri sparsi sulle vicine isole risale a qualche migliaio di anni fa quando le isole formavano con la terra d'Africa un unico territorio da cui si
sarebbero staccate a causa di violenti terremoti. L'abbassamento del livello del mare e il prosciugarsi dei reef corallini hanno permesso lo sviluppo della terraferma mentre tutte le isole di
questo piccolo arcipelago sono derivate dalla fossilizzazione dei coralli.
In un paio d'ore, di più se le soste fotografiche richiedono pazienza, si può visitare l'isola 17 chilometri quadrati, 5 di lunghezza e 1 di larghezza e fermarsi con i pescatori che rientrano al
tramonto con i dinghi pieni di pesce.
Il rientro sul dhow a Shimoni è molto rilassante e si può godere la brezza del mare.
Shimoni nella lingua locale significa "il luogo della buca" trovandosi qui una caverna lunga 15 chilometri dove venivano imprigionati gli schiavi prima del loro smistamento a nord e a
ovest.
Da qui a Diani è tutto un susseguirsi di piccoli villaggi sulla strada e di piantagioni di cocco.
A Diani la visita alla moschea Mwana del XV secolo nei pressi dell'estuario del Tiwi e al gigantesco baobab, 22 metri di circonferenza, vicino all'albergo Trade Winds occupano buona parte della
giornata.
Come pure la visita della bellissima Mombasa, la seconda città del Kenya in termini di grandezza e della sua Old
Town. Si trova sull'omonima isola separata dal continente da due piccoli fiumi. La città vecchia racconta la storia dei traffici per l'Oriente e della dominazione portoghese testimoniata dal
cinquecentesco Fort Jesus. Ma la sera Mombasa offre una romantica crociera a bordo del Tamarind dhow, dove si degustano le specialità locali preparate sulla grande barca in legno mentre si naviga
nella baia.
L'isola di Funzi è un vero e proprio paradiso tropicale, pronta ad offrire una vera e propria esperienza sul suolo africano. È il luogo ideale per chi sogna di trascorrere vacanze tranquille, in
località appartate e lontane dai classici circuiti turistici. Funzi è conosciuta per le sue spiagge incontaminate e come miglior sito di nidificazione del Kenya per una varietà di tartarughe
marine.
Formazioni naturali di banchi di sabbia, che compaiono al largo del villaggio durante la bassa marea e si estendono ben oltre un chilometro, consentono una esperienza di nuoto nella zona senza
dubbio senza eguali ed entusiasmante.
L'isola è raggiungibile con un matatu da Likoni che vi porterà a Ramisi. Qui prendete un boda-boda, un taxi motocicletta, fino al villaggio di Bodo, da dove partono le barche
dirette al villaggio di Funzi.
Nel nord del Kenya il tranquillo e rilassante arcipelago di Lamu offre vacanze all'insegna del relax su
spiagge paradisiache, tra dune e piantagioni di cocco, e alla scoperta della storia e della cultura africane nei musei e nelle strade dell’omonima città dell’isola maggiore.
Lamu, l’isola che dà il nome al piccolo arcipelago, è il più antico centro del Paese africano, fondato nel XIV secolo, e il più grande insediamento della cultura swahili, la cui atmosfera
è radicata nelle tradizioni e nei monumenti medievali. In realtà l’affascinante storia dell’isola è molto più antica e risale addirittura al VII secolo: leggende locali la descrivono come la
città perduta di Hadibu, un insediamento arabo sepolto sotto le dune della spiaggia di Shela, dalle cui ceneri sarebbe stata fondata la città di Lamu. L’isola, infatti, ospita alcuni degli esempi
più pregevoli di architettura swahili, edifici ristrutturati con grandi portoni in legno sapientemente intagliati che accolgono i tanti visitatori. Per scoprire meglio la storia e le radici della
cultura swahili, è bene entrare nel museo di Lamu, lo Swahili House Museum, che espone manufatti e testimonianze antiche, legati alle tradizioni dell’isola keniota.
Il villaggio più antico del Kenya, ha mantenuto tutto il suo fascino e tutto il carattere che si è costruito nel tempo. Non ci sono macchine quindi i muli sono l'unico mezzo di trasporto. Lamu è
un'esperienza ipnoticamente esotica, resa ancora più godibile dall'atteggiamento rilassato e accogliente degli abitanti del posto. Anche solo passeggiando per le strette e labirintiche stradine
della città, spesso a dorso di asino, è possibile cogliere l’atmosfera e la bellezza di questa millenaria e affascinante cultura, tipica delle regioni costiere africane, frutto dell’unione di
tanti diversi tratti culturali africani, asiatici, arabi e persino europei. Sull'isola la storia si respira un po’ ovunque, come nel centro antico della città che ospita l’impressionante forte
del Sultano, costruito dagli Omaniti nel 1808, e oggi dichiarato patrimonio mondiale dell’Umanità. Nel corso degli anni il sito storico è stato sottoposto a diversi interventi architettonici,
compresa la sua conversione in prigione e l’attuale trasformazione in museo. Oltre ad avere una grande rilevanza storica, il forte ospita nel cortile il più grande mercato all'aperto di Lamu.
Anche qui è possibile cogliere la rilassatezza della gente e scoprire la bontà dei prodotti gastronomici e le colorate fattezze degli oggetti artigianali locali.
Ciò che attira i visitatori a Lamu, tuttavia, è il suo mare: in un susseguirsi di dune e di infinite spiagge di sabbia lieve come il borotalco - il lido più bello è senz'altro Shela Beach
- si nascondono piccoli villaggi, tra cui gli affascinanti Kipungani e Matondoni, circondati da piantagioni di cocco e di mango, lambiti da un’acqua cristallina dove navigano le
tipiche imbarcazioni locali, i dhow. Per apprezzare meglio la bellezza e la natura e del mare di Lamu è bene prenotare uno "dhow safari", alla scoperta dell’intero arcipelago con le altre
isole di Manda, Pate e
Kiwayu che ospitano villaggi remoti, antiche rovine e pochi, esclusivi resort. L’isola di Manda è
interessante anche per le rovine di Takwa, i resti di un antico villaggio swahili, e per le bellissime foreste di mangrovie che forniscono il legno per la creazione di oggetti artigianali;
poco lontano si arriva all’isolotto di Manda Toto, circondato da splendide barriere coralline, un vero paradiso per lo snorkeling. Le isole sono ricoperte di palme e di aree paludose con
lussureggianti piante di mangrovie dove vivono coccodrilli e numerosi uccelli acquatici, da avvistare lungo la costa o all'interno, sempre in barca, e migliaia di granchi che si nascondono sotto
la sabbia fine delle spiagge. I tradizionali animali selvatici si trovano, invece, nelle zone aride della grande isola di Lamu, e in particolare nella riserva Dodori, dove si ammirano da
vicino bufali, leoni e leopardi.
Si respira un’aria molto particolare sull’isola: rilassata, piacevole e moderatamente esotica; nel corso degli anni Lamu ha ospitato numerose comunità di hippy e persone alla ricerca di libertà e
tranquillità che hanno lasciato un segno profondo sull'isola, nelle abitudini e nello stile di vita. Per meglio assaporare la cultura e le tradizioni locali, è possibile visitare alcune dimore
private e incontrare le famiglie che le abitano, per capire meglio come vivono, come preparano il cibo o come pregano.
Lamu è anche conosciuta per gli abili artisti locali di hennè, che dipingono le mani e i piedi delle donne con elaborati disegni tradizionali in occasione di cerimonie o semplicemente per
scopi decorativi. Tanti sono in città, soprattutto nel centro storico, i negozi dove è possibile farsi dipingere con l’henné.
Situato su un altopiano nella parte occidentale della Rift Valley e raggiungibile dal Kenya con un volo per Kisumu, il lago Vittoria (in inglese: Lake Victoria) è uno dei grandi laghi dell'Africa.
Così nominato in onore della regina Vittoria da John Hanning Speke, con i suoi 68.870 km² di superficie, un bacino idrografico di 184.000 km², e una linea di costa che si estende per 4.828 km. è
il più grande lago del continente, il lago tropicale più grande del mondo e il secondo più grande lago d'acqua dolce del mondo dopo il lago Superiore in Canada, ma essendo relativamente poco
profondo (profondità massima 80 m), è il settimo lago d'acqua dolce nel mondo per volume, con 2.760 chilometri cubici di acqua.
Le sue acque fanno parte delle acque territoriali della Tanzania (49%), dell'Uganda (45%) e del Kenya (6%). Il lago Vittoria riceve la maggior parte delle sue acque meteoriche direttamente o
tramite i migliaia di piccoli corsi d'acqua che versano in questo bacino. Il più grande immissario è il fiume Kagera, che sfocia sulla sponda occidentale del lago. L'unico emissario è il Nilo
bianco (il più lungo degli affluenti del Nilo), che inizia il suo corso presso Jinja in Uganda, sulla sponda settentrionale del Vittoria.
A prima vista il grande Lago Vittoria sembra davvero un mare: guardando verso l’orizzonte non se ne intravede la fine e navigando sulle sue acque l’impressione è proprio quella di attraversare un
mare con onde e vastità che possono includere timore anche agli esperti pescatori del luogo.
Favorendo un clima mite e dando origine a continue piogge, il lago ha fatto sì che quest'area sia la più produttiva e popolata del paese, anche se è dal punto di vista turistico la meno
frequentata.
Ci sono più di 3.000 isole all'interno del lago Vittoria, molte delle quali disabitate.Tra queste vi sono le isole Ssese, un arcipelago di 84 isole appartenenti al territorio dell'Uganda, nel
nord-ovest del lago, che sono diventate una popolare destinazione per turisti.
Noi ci occuperemo, tra le altre, di alcune isole appartenenti territorialmente al Kenya tra cui Rusinga, Mfangano, Takawira (Takawiri) e Migingo.
Isole del Lago Vittoria appartenenti territorialmente al
Kenya.
L'isola di Rusinga (0°24′S 34°10′E), è lunga circa 16 chilometri e
larga 5 nel suo punto più ampio. Si trova nella porzione nord-orientale del Lago Vittoria. L'isola
è collegata alla terraferma grazie ad un terrapieno, che la unisce alla città di Mbita Point.
Rusinga fa politicamente parte del distretto di Suba, a sua volta compreso nella Provincia di Nyanza.
L'isola è abitata principalmente da Suba del Kenya, che tuttavia parlano la lingua Luo: i Suba arrivarono dall'Uganda tramite barconi, per cercare scampo da una guerra dinastica che infuriava
nel paese centinaia di anni fa. La parola "Suba" si trova ancora oggi in numerosi nomi dati a posti dell'isola, inoltre pare che in Uganda vi fosse una lingua, attualmente estinta, chiamata
Singa, Lusinga o Lisinga, probabilmente legata al gruppo linguistico Niger-Congo ed attualmente parlata solo su Rusinga. La popolazione fissa residente sull'isola, secondo stime del 2006,
ammonta a 25.000 persone circa, in massima parte dedite all'agricoltura di sussistenza (soprattutto mais e miglio) ed alla pesca.
L'isola è costantemente spazzata da venti provenienti da ovest, che mantengono così pulite le suggestive spiagge nere, costituite da magnetite ed orneblenda di origine vulcanica, e ne fanno
un ottimo attracco: tuttavia il turismo ed il commercio sono fortemente frenati dalla scarsa agibilità a causa della mancanza di collegamenti adeguati col più vicino centro abitato, ossia
Homa Bay.
Sull'isola nacque Tom Mboya, politico keniota designato come successore di Jomo Kenyatta ed assassinato a Nairobi nel 1969: un mausoleo ospita le spoglie del defunto leader
nazionalista.
Rusinga si formò durante una serie di eruzioni vulcaniche di tipo esplosivo che interessarono l'area durante il Miocene: il vulcano che produsse l'isola oramai è spento, ma i suoi contorni
sono ancora visibili in quanto il suo cono è attualmente formato dalle colline di Kisingiri, le montagne Rangwa, l'isola di Mfangano e la stessa Rusinga. Questo vulcano pescava la propria
lava assai in profondità nel mantello, il che ha determinato una maggiore alcalinità dei suoi depositi: in seguito alle sue eruzioni, la foresta pluviale presente sull'isola si trasformò in
un deserto, situazione questa analoga ad altri vulcani spenti africani, come il Menengai ed il
Monte Homa sempre in Kenya, il Napak jn Uganda ed il Monte Elgon tra Kenya e Uganda, e l'Ol Doinyo Lengai in Tanzania.
L'isola è assai nota in paleontologia per la sua ricchezza di fossili, la maggior parte dei quali risale al Miocene: la spedizione di Louis Leakey del 1947 diede il via ad una serie di
ricerche e di scavi sul posto, che sono proseguiti fino ai giorni nostri. Nel solo 1948, furono trovati sull'isola oltre 15.000 reperti fossili, fra cui quelli di 64 primati. Ci sono anche
progetti per sviluppare un sto archeologico dedicato a Mary Leakey.
Sull'isola è stato anche costruito un club con diverse attività come la pesca, visite turistiche e sci d'acqua.
L'isola di Mfangano ha zone di pesca che offrono parecchie attività e le isole Mbesa e Namolo, a pochi metri l'una dall'altra, hanno molte specie di uccelli tra cui aironi e l'aquila
pescatrice. Ci sono anche molti varani, capre selvatiche e pecore.
L'isola di Takawiri o Takawira (0°28'S 34°5′E), con un'elevazione media di 1.200 metri, si trova nel bel mezzo del lago Vittoria tra Kenya, Uganda e Tanzania ed è l'ultima destinazione
per gli amanti della quiete e della natura; si può passeggiare lungo la spiaggia all'ombra di un bellissimo palmeto o godere la frescura dalle ventilate verande dei bungalow. Un resort, con
camere che dispongono di acqua calda ad energia solare nei bagni privati, offre una serie di attività come snorkeling, nuoto, windsurf e vela.
È una delle isole più unpoilt sul Lago Vittoria dove, accanto alle bellissime bianche spiagge di sabbia ombreggiate da rigogliosi palmeti e da banani, papaye, ficus e manghi, si estende un
incontaminato paesaggio naturale, rifugio per ippopotami ed una vasta gamma di specie di uccelli.
La si può raggiungere da Kisumu con una crociera di qualche ora, oppure da Mbita con l'utilizzo di un dhow, tipica barca locale in legno, in poco meno di mezz'ora.
Le acque sono ricche di pesce e di fatto la pesca è la principale attività degli abitanti dell'isola. Tilapia e persico del Nilo, che pesano fino a 60 chilogrammi, sono pescati con una certa
facilità.
Quattro chilometri quadrati ricoperti da una natura intatta popolata da cormorani, falchi, ibis e pellicani; c'è il martin pescatore, l'aquila pescatrice, l'anatra egiziana e ancora una
varietà sorprendente di uccelli.
Ci vuole poco per capire che questo è un angolo di Africa ancora intatto e di straordinaria bellezza.
L'isola di Migingo ...una delle isole più strane al mondo: l'ultimo
sogno... l'ultima speranza...
Isola di Rusinga Lago Vittoria Isola di Mfangano Lago Vittoria Isola di Takawiri Lago Vittoria
Isole del Lago Rodolfo, oggi chiamato Lago
Turkana.
Central Island, "Terra di fumo e fuoco", conosciuta anche come
Isola Coccodrillo, è un'isola vulcanica situata nel mezzo del Lago Turkana in Kenya.
L'isola costituisce il Central Island National Park, che è
governato dal Kenya Wildlife Service.
È composta da più di una dozzina di crateri e coni, tre dei quali sono riempiti da piccoli laghi. I due laghi più grandi riempiono parzialmente i crateri fino ad un chilometro di larghezza e
circa 80 m di profondità ed hanno il fondo ad una profondità vicina al livello del mare. Il punto più alto dell'isola, prevalentemente basaltica, raggiunge i 550 m, circa 190 m sopra la
superficie del lago. Una catena di piccoli crateri taglia il lato orientale dell'isola. Diverse piccole isole a Sud-Est rappresentano parzialmente i bordi di un cratere sommerso, e altri coni
e spuntoni di lava si trovano sotto la superficie del lago nei pressi dell'isola.
Central Island può essere fatta risalire all'epoca dell'Olocene (periodo geologico del Quaternario). L'attività fumarolica è concentrata lungo l'orlo da Nord-Est a Sud-Est del cratere
centrale, ed intense emissioni di zolfo fuso e nuvole di vapore sono visibili dalla terraferma.
Central Island ha un campeggio dove i visitatori possono godere della vista meravigliosamente inquietante delle acque luminose del lago che lambiscono una spiaggia di lava nera mentre la luna
sorge sopra minacciosi crateri fumanti.
South Island, "Isola del Mistero", a volte conosciuta come Höhnel Island, ha ispirato numerosi racconti di fantasmi e spiriti maligni. L'isola ha una origine vulcanica ed è costituita
da una cresta centrale di coni di cenere che corrono in direzione Nord-Sud. Alcuni di questi coni raggiungono un'altezza di 320 m sopra il livello del lago che ha una profondità di 114 m, in
modo che il complesso vulcanico South Island è di circa 430 m (1400 ft) di altezza. Da Nord a Sud la misura insulare è di circa 12 km e di circa 5 km da Est a Ovest e costituisce il South
Island National Park.
North Island, è un'isola vulcanica costituita da un insieme di diversi coni di tufo situata nella parte settentrionale del lago Turkana. L'isola ha un diametro di 2 km e si alza fino a
220 m di altezza sopra il livello del lago. La sua formazione risale ad oltre 3 milioni di anni fa ed è composta principalmente da depositi freatomagmatici. Il centro dell'isola è costituito
da un giovane anello di tufo di circa 1 km di diametro con annidato all'interno un anello di vecchio tufo. Trachite lavica riempie l'anello centrale e fuoriesce sul lato Ovest. Lo stesso tipo
di lava si trova sulla parte Nord dell'isola. L'isola è attraversata da una linea di faglia - Turkana Rift - in direzione Nord-Est/Sud-Ovest.
C'è molta attività geotermica sull'isola. Nella parte meridionale ci sono sorgenti calde, sfiati di vapore, fumarole e solfatare.
Isola Centrale Lago Turkana
Isola Sud Lago Turkana
Isola Nord Lago
Turkana