Una delle tante piaghe del Kenya è quella delle continue interruzioni dell’energia elettrica (black-out). Le altre, tra le molte, sono la mancanza d’acqua potabile nelle case, che porta i politici, in cerca di voti, a promettere: “Se mi eleggete prometto di portare l’acqua in tutte le case”. Questo di solito significa decine di migliaia di abitazioni invase dall'acqua durante le alluvioni annuali!
Altre di nota sono gli orribili incidenti stradali, di frequenza settimanale, la FMG (mutilazione genitale femminile) l’uso di “birra al metanolo” che causa la morte o la cecità. Ogni giorno i giornali pubblicano pagine di avvisi sulle interruzioni della corrente elettrica, che producono perdite alle industrie del valore di milioni di Shs (ospedali, supermercati ecc. che hanno dovuto installare generatori d’emergenza) e delle conseguenze al livello domestico.
Quali sono le relazioni tra i black-out, la povertà e la demografia? Perché i poveri hanno più figli dei ricchi? I poveri, a differenza dei ricchi, hanno solamente il sesso come fonte di divertimento. I ricchi hanno numerose occasioni per mantenersi occupati come televisione, serate fuori al bar con amici, cene nei ristoranti, libri, quindi vanno a letto più tardi che i poveri, ed hanno meno tempo per la procreazione, al contrario che tra i poveri, dove la televisione è un lusso fuori portata.
I “black-out” insieme al freddo della stagione delle piogge, manda i poveri a letto più presto e questa è una delle cause dell’esplosione demografica senza controllo. Più bambini, di genitori poveri, significa un aumento della povertà.
La compagnia produttrice dell’energia elettrica, che causa questi problemi, dovrebbe essere indotta a finanziare parte della compagna, in atto, per il controllo delle nascite e non è difficile pensare che non lo facciano. Il Kenya, avendo una società capitalista troverà la soluzione al problema come l’aumento delle tariffe di consumo, così inducendo i poveri a spegnere la luce e ad andare a letto più presto, con le conseguenze “demografiche” di cui sopra.
By Gino Taurinense
GLI AFRICANI E LA BIBBIA
«Già nell'ambiente colonialista era in voga l'abitudine di gettare in mare la Bibbia non appena attraversato il canale di Suez. Pure i missionari, affascinati dal "Continente Nero", non gettavano in mare la Bibbia, ma solo la tonaca.»
«Quando i missionari giunsero, noi africani avevamo la terra e i missionari la Bibbia. Essi ci dissero di pregare ad occhi chiusi. Quando li aprimmo, loro avevano la terra e noi la Bibbia.»