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Kiswahili in Africa


1,9 milioni di kenioti tra i 5 e i 17 anni sono lavoratori, il 12, 7% dei quali non è mai andato a scuola.
1,9 milioni di kenioti tra i 5 e i 17 anni sono lavoratori, il 12, 7% dei quali non è mai andato a scuola.

 

La lingua si dice abbia avuto origine sulla costa dell’Africa dell’Est e consiste di una mescolanza di lingue arabe e dialetti africani.

 

Al momento è parlata da almeno 120 milioni di persone, ma i dati precisi sono incerti.

Tuttavia sta diventando la lingua franca dell’Africa Orientale e Centrale.

In Tanzania è la lingua ufficiale e nazionale, in Kenya e Uganda è la lingua nazionale con l’inglese quella ufficiale, adottata anche dall’Africa Union. Si parla anche in Ruanda e Burundi, in alcune zone dello Zaire, del Congo e dello Zambia e anche a Nord del Mozambico.

 

Le stazioni radio internazionali che la usano sono la BBC, VOA, Radio Cina, Radio India e Deutsche Welle. 

Le università che l’insegnano sono: School of Oriental and African Studies di Londra, Ohio State University, Oxford University e Yale University. Almeno 150 altre istituzioni nel mondo insegnano Kiswahili. A Torino è insegnato presso la Casa Madre dei Missionari della Consolata, con altre scuole in America, Cina, Giappone e Germania. Anche “Google" e "Microsoft” l’anno adottata nei loro programmi.

Esiste anche il sito internet <<www.swahilihub.com - Jifunze Kiswahili>> sponsorizzato dai giornali “Taifa Leo” del Kenya e “Mwananchi” della Tanzania, ampiamente usato dagli studenti e largamente raccomandato.

Stanno emergendo delle varianti sul Kiswahili puro. A Malindi si parla “l’Italo-Swahili” ma la minaccia più seria sulla purità della lingua e quella del dialetto “sheng” - d’origine keniota - una mescolanza con l’inglese.

In Kenya, per controbattere questa minaccia è andato in onda un servizio televisivo completamente in Kiswahili, e la televisione “ DSTV Multichoce” produce il canale 127 totalmente in Kiswahili.

Ai tempi della colonia esisteva il “ki-settler” una forma primitiva della lingua usata dai coloni bianchi e il “ki-jikoni” altrettanto rudimentale usato dalle “memshaib” (padrone bianche) con il personale di servizio.

Per gli italiani esiste il vantaggio – che al contrario dell’inglese – lo si pronuncia come scritto.

La grammatica Kiswahili non è semplice ma per i residenti in Africa vale la pena impararlo correttamente.

By Georg Von Eisen

 

Lo Swahili o Kiswahili (pronuncia: suahìli, chisuahìli) è una lingua bantu, della famiglia delle lingue niger-kordofaniane, diffusa in gran parte dell'Africa orientale, centrale e meridionale.

È lingua nazionale di Tanzania, Kenya e Uganda, nonché una delle lingue ufficiali dell'Unione Africana. Lo parlano come prima lingua circa 5-10 milioni di persone, e come seconda lingua circa 120 milioni. Inoltre, essendo lo swahili una lingua storicamente legata al commercio marittimo, ci sono comunità di lingua swahili in molte città portuali anche al di fuori dell'Africa. Data la sua grande diffusione, e la parentela con le altre lingue bantu, lo swahili svolge la funzione di lingua franca in gran parte dell'Africa subsahariana.

Il nome "swahili" deriva dall'aggettivo arabo sawahili (سواحلي), al plurale sawahil (سواحل), che significa "costiero" (da sahel, ساحل, "costa", che è la radice da cui deriva anche il nome Sahel). Questo aggettivo ha storicamente assunto la funzione di denotare i popoli della costa orientale africana.

Dalla radice "swahili" che indica il popolo, derivano in swahili una quantità di costrutti; il nome "kiswahili", per esempio, è composto usando il prefisso "ki", che è prefisso dei nomi delle lingue; chi parla swahili viene detto mswahili (al plurale waswahili); e analogamente uswahili è la cultura swahili, o la regione abitata dai popoli di lingua swahili.

In Kenya lo Swahili è la lingua nazionale, ma ogni tribù parla una lingua a sé stante.

Qui sotto un esempio di come viene chiamato l'albero o il frutto del tamarindo nelle varie lingue tribali: 

ukwaju (Bajun), mukai (Boni), roqa o groha (Boran), mkwazdu (Digo), muthithi (Embu), mkwaju o kwaju [frutto] (Giriama), chuzaa, kithumula o kikwasu o nthumula [frutto] o nzumula [frutto] o ngwasu [frutto] (Kamba), lemecwhet o lamaiyat (Kipsigis), kumukhuwa (Luhya o Bukusu), ochwaa o chwaa (Luo), ol-asamburai o oloisijoi (Maasai), morhoqa (Malakote), aron o oron (Marakwet), muthithi (Mbeere), muthithi (Meru), limaiyus o lamayuet (Nandi), roqua (Orma), mkwayu (Pokomo), oron o arol (Pokot), lemaiyua (Sabaot), rogei (Samburu), roka (Sanya), harmaar o harmar o raqee o roge o roqhe (Somali), mkwaju o msisi o ukwaju [frutto] (Swahili), mkwachu (Taita), mase o muzumura (Taveta), epeduru (Teso), muthithi (Tharaka), aryek [frutto] o arwe (Tugen), epeduru (Turkana).

Una curiosità: in Kenya ci sono tribù come i Luhya che parlano 16 lingue diverse, con il risultato che spesso non si capiscono neppure tra di loro.

By Stefano Negri

 

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