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Italia un Paese in balia della deriva del sudiciume


Makoko slum Lagos-Nigeria
Makoko slum Lagos-Nigeria

ITALIA UN PAESE IN BALIA DELLA DERIVA DEL SUDICIUME

Pensar male è peccato, uno scandalo, l’informazione è un vantaggio, una benedizione!

Finché ci saranno "boccaloni" che versano il 5 per mille od erogazioni liberali agli ipocriti opportunisti che, guarda caso, sono aumentati in modo esponenziale, gli italiani vedranno la feccia del mondo arrivare a frotte sempre più numerosa.

Qualcuno si è mai chiesto come mai arrivano solo "manzi africani" anziché intere famiglie, lasciandosi dietro tutto, o il nulla, fuorché la miseria?

Cari tontoloni, le razze sub-sahariane e non, che a dire il vero neppure conoscete, stanno devastando il vostro tessuto sociale grazie alle varie Amministrazioni Pubbliche che sperperano il denaro dei cittadini in modo inappropriato e senza controllo, ai governicchi che da settant'anni foraggiano le ONG (libere organizzazioni criminali...), a quella massa di italiani dabbene che, senza metterci un quattrino, ostentano lo scopo "umanitario" per coloro che scappano da guerre inesistenti o che loro stessi, a scopi sopratutto tribali mettono in atto, nonché a gente che si arricchisce sulle "risorse", come le chiamavano e le chiamano i rincoglioniti al Quirinale... loro fanno sfoggio di perbenismo, gli italiani debbono subire le "risorse"!

PER FAVORE... non buttate il 5 per mille dandolo alle ONG che fanno vedere il piccolo bambino da salvare da morte certa mediante la donazione. Basta seguire la "puzza dei soldi", dei finanziamenti che le ONG ricevono per farsi una precisa idea del business. Soprattutto, si capirebbe dove finisce il volontariato e dove inizia lo sfruttamento. e state pur certi che usciranno altre e nuove notizie di terribili naufragi e di morte dei migranti... per scalfire i cuori degli italiani... ma non degli europei!

L’ignoranza sul grande continente africano, il linguaggio utilizzato sui migranti e le migrazioni negli ultimi anni stanno spaventando l’Europa e fanno crescere razzismo e xenofobia. L’esempio chiaro dell’ignoranza che alimenta le paure sono le posizioni dei Paesi del Gruppo di Visegrad che stanno contagiando molte nazioni dell’Unione Europea.
La vecchia Europa è andata in crisi a causa dei movimenti migratori africani.
Se da un lato è naturale per tutti gli esseri umani, da sempre e per le ragioni più diverse, muoversi senza distinzione di età, etnia, sesso e status sociale e, statene certi, continueranno a farlo, dall'altro questo sito vi offre un utile strumento per capire e vedere più chiaramente il fenomeno terrorismo, razzismo, migrazioni e cultura africana.

La propaganda di sinistra ciarla su una "mafia nigeriana" impegnata nella tratta delle donne di quel Paese in Europa (Sic!). Un traffico di esseri umani, di giovani e giovanissime ragazze africane, tenuto in piedi da organizzazioni criminali etniche e italiane e che sfruttano anche le debolezze del sistema di accoglienza, una rete transnazionale che genera guadagni vertiginosi, totalmente illegale, tanto che è difficile dire quante sono le ragazze sulla strade, "di sicuro decine di migliaia, fra 50 e 100 mila" (Sic!). La storia, con diverse varianti, è più o meno sempre la stessa. Sullo sfondo "le minacce alle famiglie delle prostitute, le torture in caso di ribellione, il rischio di lasciarci la vita" (Sic!).
Se l'Italia avesse militari degni di essere chiamati "protettori della patria", determinati avvenimenti non accadrebbero mai. Però la situazione è ben diversa: con delle forze armate composte di soldati "cerca-pane", il risultato è ovvio: un Paese allo sbando.
Al di là di detta propaganda, questi emeriti somari di sinistra non alludono a gruppi jihadisti Boko Haram o ad altre organizzazioni islamiche terroriste, bensì ad una non meglio identificata "mafia nigeriana", che in realtà si traduce nelle cosiddette "gang" costituite da un branco di "quattro cialtroni inebetiti".

Gang a Makoko. Appartenenti ad un gruppo criminale-religioso noto come “Badoo”
Gang a Makoko. Appartenenti ad un gruppo criminale-religioso noto come “Badoo”
Membro della banda di Badoo picchiato a morte prima che il suo corpo venisse bruciato
Membro della banda di Badoo picchiato a morte prima che il suo corpo venisse bruciato
Un membro del culto Badoo catturato dalla folla per possesso di testa umana
Un membro del culto Badoo catturato dalla folla per possesso di testa umana
Membro della banda di Badoo ha ricevuto giustizia da una folla inferocita che lo ha linciato e bruciato vivo
Membro della banda di Badoo ha ricevuto giustizia da una folla inferocita che lo ha linciato e bruciato vivo

La brutale giustizia dell'uomo tribale applicata in un maledetto luogo senza legge.
Giustizia che purtroppo molto spesso si rivela la migliore per coloro che stuprano bambini e le loro madri per poi massacrarli a colpi di macete. E se le donne sono incinte, estirpano il feto dal loro ventre.

Sappiate che solo a Lagos i Badoo si contano a centinaia!
E tu beota parli ancora di possibile integrazione?

La scarsità di cibo e acqua in Kenya
La scarsità di cibo e acqua in Kenya

 

MA DOVE OPERANO QUESTE LIBERE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI CHIAMATE O.N.G.?
Donare per dare aiuto ai paesi del Terzo Mondo è quanto suggeriscono le organizzazioni non governative che, attraverso spot incentrati su bambini denutriti o ammalati, chiedono denaro che, specie in Africa, come spesso denunciato, quasi mai viene usato per lo scopo indicato.

Kroo Bay a Freetown in  Sierra Leone
Kroo Bay a Freetown in Sierra Leone

Baia di Kroo, è una baraccopoli situata nel cuore di Freetown, in Sierra Leone dove i liquami delle fogne confluiscono in pozze di acqua stagnante. I bambini giocano e si bagnano nel vicino fiume Crocodile, che sfocia nell'Oceano Atlantico.

Il pericolo si annida nelle acque di Kroo Bay.
Questi diabolici corsi d'acqua fungono da calamita per malattie come il colera, il tifo, l'epatite A, la malaria e la diarrea. Sono tutte malattie prevenibili che causano la morte di un bambino su cinque in Sierra Leone prima che raggiunga il quinto compleanno. E di tutte queste malattie mortali, la diarrea è la più devastante. La diarrea deriva come risultato dalla mancanza di accesso all'acqua dolce, è il problema chiave nella comprensione della diffusione della malattia e della mortalità infantile in tutto il mondo dove uccide più bambini ogni anno rispetto a HIV, AIDS, tubercolosi e malaria.

MA DOVE SONO QUESTE O.N.G.?


Vista di una parte dello slum di Makoko a Lagos in Nigeria
Vista di una parte dello slum di Makoko a Lagos in Nigeria

Makoko, detta anche Venezia nera o Venezia d'Africa, è una baraccopoli a Lagos in Nigeria visibile dal Third Mainland Bridge, il ponte più lungo di tutta l'Africa, che collega la parte di Lagos posta sulla terraferma all'isola di Lagos attraversando la laguna.
Comprende sei villaggi distinti: Oko Agbon, Adogbo, Migbewhe, Yanshiwhe, Sogunro e Apollo sparsi per terra e acqua. I primi quattro insediamenti sono impropriamente detti “galleggianti”, gli ultimi due si trovano sulla terraferma e costituiscono il trampolino di lancio per la visita a Makoko, pubblicizzata appunto come “la Venezia d’Africa” dall'abominevole “turismo della miseria” tanto di moda. Al di là del fatto che lo stesso nome viene attribuito a Djenné (Mali), Lamu (Kenya) o Ganvié (Benin), lo scenario è differente, puzza di laguna putrida a parte, che le autorità vorrebbero sopprimere. È lo slum più "affascinante" che giace sull'acqua con un alveare di attività durante tutto l'anno.
Il numero degli abitanti di Lagos non si conosce con esattezza, ma secondo l’Onu, nel 2016 erano 13 milioni e 661 mila. Le stime, oggi di oltre 16 milioni, sono rese difficili dall'esistenza di gigantesche bidonville difficili da censire, come quella di Makoko i cui abitanti potrebbero essere dai 100 mila ai 250 mila con un'espansione che pare inarrestabile.
La città di Lagos si trova sulla costa occidentale, sul Golfo di Guinea, non ci sono le spiagge (sabbia parecchia, mare per niente).
A Lagos non si vive affatto bene, anzi, secondo tutte le principali classifiche, è uno dei luoghi peggiori al mondo per qualità della vita. La zona costiera attorno a Lagos era nota come “la tomba dell’uomo bianco” per via del clima umido e della malaria.
Lagos evidenzia – oltre ai consueti problemi di criminalità di strada e corruzione della polizia – il rischio di attentati terroristici da parte di Boko Haram e, ciliegina sulla torta, di sacrifici umani. La polizia nigeriana ha infatti segnalato l’incremento di violenze e di uccisioni legate a rituali sacrificali di tipo magico e tradizionale.

La bidonville di Makoko iniziò come un villaggio più di cento anni fa quando i pescatori del Benin si insediarono nella laguna ai margini dell'Oceano Atlantico. Oggi la maggior parte dei residenti sono lavoratori migranti provenienti dai paesi dell'Africa occidentale che cercano di guadagnarsi da vivere in Nigeria.
Il turismo nelle baraccopoli è un'attività importante nella bidonville di Makoko poiché i turisti sono affascinati dalla natura della baraccopoli galleggiante. Per i residenti i visitatori non sono i benvenuti perché li percepiscono principalmente come spie governative. Sono anche cinici riguardo alla fotografia in quanto pensano che le loro foto siano vendute a scopo di lucro.
Gli habitat di Makoko comprendono immigrati dal Benin e dal Togo che si insediarono nella laguna nel 18° secolo. La laguna di Makoko era il principale fornitore di pesce tilapia a Lagos e nei paesi limitrofi. ma il pesce da affumicare è stato sostituito da sgombri congelati importati dall'Olanda che i venditori coprono di sale per ritardarne la marcescenza. Oggi i pescatori si chiamiamo “dragatori”. Piantano una scala sul fondo, e scendono con un secchio sott'acqua; risalgono dall'immersione con un carico di sabbia che rovesciano in un’imbarcazione che rifornirà i costruttori edili delle periferie di Lagos.
La laguna è anche circondata da foreste di mangrovie dalle quali ha origine l'architettura del palafitte nella regione. Nonostante la crescente popolazione, i residenti hanno trovato il modo attraverso cui coesistere con il loro habitat naturale anche quando pone rischi ambientali alla loro esistenza.
La cosa affascinante della Venezia dell'Africa è la vita sull'acqua. Tutte le strutture di Makoko poggiano su palafitte di legno costruite in legno massiccio immerse nel letto ad acqua. Ogni famiglia a Makoko possiede una canoa che viene utilizzata per il trasporto intorno al villaggio. In ogni casa abitano in media otto persone. I bambini imparano a pagaiare canoe già a 5 anni perché è una delle maggiori abilità richieste per sopravvivere nella baraccopoli. I corsi d'acqua di Makoko sono un alveare di attività mentre i residenti si muovono per condurre attività commerciali nelle loro canoe, rendendola la baraccopoli più dinamica dell'Africa.

La baraccopoli di Makoko è di per sé una minaccia per l'esistenza umana a causa delle sue condizioni fatiscenti. Per decenni, gli abitanti non hanno avuto accesso a infrastrutture che vanno da acqua potabile pulita, elettricità e smaltimento dei rifiuti, che ha creato gravi rischi ambientali per i residenti e la vita acquatica circostante. Le latrine comunali sono condivise tra le famiglie e le acque reflue fluiscono direttamente nell'acqua in cui vivono. L'acqua nera oleosa derivante da un maggiore smaltimento dei rifiuti nel corso degli anni non supporta più la vita marina. Gli sforzi compiuti dal governo per sradicare la popolazione negli anni passati sono stati inutili in quanto creano un problema più grande: il trasferimento dei senzatetto. I residenti credono che Makoko sia la loro unica cultura e quindi dovrebbero essere preservati dal governo. In epoca recente l'area è soggetta ad una sorta di autogoverno, data la presenza estremamente ridotta di rappresentanti del governo ufficiale nell'area, e sono gli area boys a garantire il servizio di sorveglianza nella zona. L'acqua risulta essere inquinata e per questo motivo, in Nigeria, muoiono ogni anno 97 mila bambini.

Ma tutta quest’area malsana è divenuta appetibile per gli speculatori edilizi di una Lagos ultramoderna che ha un giro d’affari superiore a quello dell’intero Kenya e che prevede, in pochi decenni di ospitare 40 milioni di abitanti. Messi dove? Gli urbanisti reclamano terra anche dove non è visibile, come a Makoko, oggetto di ripetuti tentativi di evacuazione forzata e distruzione. È un film già visto con lo sgombero forzato nel luglio 2012 di Otodò Gbame, una comunità di pescatori cresciuta fino a ospitare circa trentamila persone, in baracche e palafitte e che oggi non c'è più. Bruciata in un incendio e spianata dalle ruspe governative dopo aver dato ai residenti tre giorni per l'evacuazione. Costoro non sono stati ricollocati altrove, ma sono fuggiti a bordo delle canoe sparpagliandosi in tutta la laguna.
A Banana Island, un'isola artificiale dalla parte opposta della laguna, a un chilometro di distanza da Makoko, un appartamento costa 2 milioni di dollari e il terreno reclamato al mare per una villetta può arrivare ai sei.

La sovrappopolazione e lo stress della metropoli  non scalfiscono tuttavia l'ottimismo che rimane lo spirito cittadino dei lagosiani: "Non importa quanto grande è la folla: ciascuno può sempre trovare la sua strada, nonostante la pressione e il frenetico stile di vita che c’è qui. Chi si trasferisce a Lagos, è convinto che qui vedrà i soldi e avrà qualcosa da fare. Il cielo è ampio abbastanza perché ogni uccello possa volare".

MA DOVE SONO QUESTE O.N.G.?

Drone in volo sulla bidondille di Makoko a Lagos, Nigeria

La struttura di Makoko è a geometria variabile. Le persone che vi abitano vivono, letteralmente, “galleggiando”: le canoe, più o meno grandi, sono la vera città, assai più delle baracche su palafitte. La loro densità provoca ingorghi simili a quelli da incubo che si vivono nel traffico urbano di Lagos. Su di esse si svolge la vita quotidiana e qualcosa di più.
Medici Senza Frontiere aveva costruito un ospedale galleggiante, abbandonato dopo un anno in quanto le genti di Makoko preferirono continuare a servirsi dei loro stregoni! Alla faccia dell'integrazione! Una realizzazione inconcepibile, se si avesse una minima conoscenza del territorio!  
Ed ancora, a Makoko era stata realizzata una "Floating School" con lo scopo di fornire istruzione direttamente nello slum. Il progetto, la cui struttura reggeva su dei bidoni di plastica (in modo da muoversi con le maree) è stata l'occasione per far conoscere al mondo Makoko, infatti il 28 maggio 2016 la scuola è stata premiata, con il Leone d'Argento, alla Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. Purtroppo solo pochi giorni dopo, il 7 giugno 2016, la scuola è collassata sotto le forti piogge! La "figura di merda dell'Italia" ha fatto il giro del mondo!

La scuola galleggiante di Makoko premiata il 28 maggio 2016 con il Leone d'Argento, alla Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia
La scuola galleggiante di Makoko premiata il 28 maggio 2016 con il Leone d'Argento, alla Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia
Solo pochi giorni dopo, il 7 giugno 2016, la scuola è collassata sotto le forti piogge!
Solo pochi giorni dopo, il 7 giugno 2016, la scuola è collassata sotto le forti piogge!


Dentro una scuola di Malindi in Kenya
Dentro una scuola di Malindi in Kenya

In Kenya nel distretto di Malindi, dove si contano più ONG che scuole, nonostante l'introduzione dell'istruzione primaria gratuita, la presenza degli studenti a scuola è ancora una sfida.
I risultati hanno indicato che la gente in questo distretto è povera perché alienata sia dal capitalismo del governo che da quello straniero ed in particolare italiano. Di conseguenza, le persone sono economicamente emarginate e i bambini abbandonano la scuola per dedicarsi al lavoro e alla prostituzione minorile, al turismo sessuale, mentre i più grandicelli alla guida di boda-boda, tuk-tuk e spaccio di droga per ottenere i bisogni di base e integrare il reddito familiare. Oltre alla mancanza della volontà politica da parte del governo circa la giustizia distributiva delle risorse, va registrata la volontà criminale delle ONG, che fagocitano milioni di dollari, di non alleviare la povertà che rafforzerebbe la conservazione degli studenti nelle scuole primarie nel distretto. Pubblicizzare la povertà è una strategia economica produttiva, è "grasso che cola" nelle casse delle ONG, e i cospicui profitti rafforzano notevolmente queste organizzazioni mafiose fino a ottenere collusioni e complicità all'interno dell'apparato governativo.
Non dimentichiamo che il Kenya è al primo posto dei Paesi più corrotti in Africa ed al sesto posto nel mondo intero!

MA DOVE SONO QUESTE O.N.G.?


La fustigazione delle donne in un villaggio Hamer, nel profondo sud dell’Etiopia. Le ferite provocate dalle verghe sono profonde e lasciano cicatrici indelebili
La fustigazione delle donne in un villaggio Hamer, nel profondo sud dell’Etiopia. Le ferite provocate dalle verghe sono profonde e lasciano cicatrici indelebili

Nella Valle dell’Omo il popolo Hamer, nel profondo sud dell’Etiopia, difende l’usanza della fustigazione delle donne che accompagna la cerimonia del "Salto dei Tori". Le autorità etiopi vorrebbero vietare, o almeno ammorbidire, il rito di iniziazione dei giovani Hamer, ma ogni tentativo in qualsiasi direzione è risultato vano.
Oggi un ragazzo del villaggio diventerà adulto affrontando il dorso di 10 tori, mentre le donne, offriranno la schiena in segno di devozione e di attaccamento al “naala” (il giovane) che, superata la prova, diventerà “daala” (adulto) e potrà convolare a nozze.
Con queste cicatrici, le donne vanteranno un “credito” nei confronti del nuovo uomo: che da questo momento dovrà badare alle loro necessità e proteggerle in caso di pericolo.
Gli uomini adulti recuperano verghe dagli alberi mentre il ritmo delle danze aumenta fino ad un estremo fermento – uno stato di trance – che pervade tutti i presenti. Le donne pronte al sacrificio si fanno spalmare, dalle più anziane, un unguento sulla schiena, sulle spalle e sulle braccia: quindi violenti arrivano i primi colpi delle frustate sulla loro pelle. E se i maschi provano a sottrarsi al loro ruolo di carnefici, le donne li incitano affinché colpiscano con forza, provocando le più ampie ferite. Perché essere scarnificate, sanguinare copiosamente, portare sulla schiena atroci cicatrici è segno di coraggio e valore.
Il rituale prosegue carico di violenza con i legni che schioccano sulla schiena delle donne, senza che si percepisca un urlo o un gesto di paura sul volto delle Hamer. Anzi, tutte mostrano un’espressione fiera di sfida perché più importante sarà la cicatrice più la donna potrà essere ammirata in futuro.
La giornata termina con l’iniziazione del giovane che, completamente nudo, sale sopra una fila di tori… cammina sul loro dorso tre volte in un senso e tre volte in quello opposto.

Queste sono le donne etiopi, e non solo, che in Italia lamentano, mostrando le cicatrici a politici famosi per ottusità mentale e a giornalisti di tardo ingegno, di aver subito violenze nel loro Paese.

MA DOVE SONO QUESTE O.N.G.?

Cicatrici di una donna di etnia Hamer fustigata
Cicatrici di una donna di etnia Hamer fustigata
La cerimonia del salto dei tori in un villaggio Hamer, nel profondo sud dell’Etiopia
La cerimonia del salto dei tori in un villaggio Hamer, nel profondo sud dell’Etiopia

L'ALTRA FACCIA DELLA STESSA MEDAGLIA

Latte e kalashnikov. Una donna della valle dell'Omo nell'Etiopia del sud
Latte e kalashnikov. Una donna della valle dell'Omo nell'Etiopia del sud
Donne Turkana in Kenya lottano per la sopravvivenza
Donne Turkana in Kenya lottano per la sopravvivenza


Immigrazione. Sea Watch 3, nave Ong migranti
Immigrazione. Sea Watch 3, nave Ong migranti

 

ONG. ECCO QUANTO GUADAGNA CHI TIFA PER L’INVASIONE DELL’EUROPA, O MEGLIO DELL’ITALIA.

 

Volontari sì, ma a pagamento.
È questa la condizione di buona parte degli operatori delle Ong che si occupano di immigrazione, partendo dai centri profughi per arrivare ai marinaretti che pattugliano le coste al largo della Libia per rastrellare e trasportare in Italia clandestini.
Per qualcuno il cosiddetto no-profit è una pacchia, per usare una definizione cara a Matteo Salvini.
Recentemente ha fatto molto discutere lo stipendio del presidente dell'americana Save the Children, che si mette in tasca 365 mila dollari l'anno. E parliamo di un'associazione che con la sua nave - la Vos Hestia - ha collaborato a riempire l'Italia di profughi.
Un altro dirigente fortunato è quello di Care, che prende 250 mila dollari l' anno.
In questi giorni si parla molto della SeaWatch, nave armata da un'organizzazione creata da cittadini tedeschi che continuano a sfidare la dottrina del governo italiano dei "porti chiusi". A furia di campagne contro la Lega, la Ong di Berlino ha raccolto nel 2018 circa 1.800.000 euro in donazioni da parte di privati. Una somma che quest'anno, grazie proprio all'esposizione mediatica data dalle polemiche con il Viminale, dovrebbe crescere considerevolmente.
Le organizzazioni in questione, però, fanno molta fatica a fornire le cifre esatte, per ragioni facilmente intuibili.
I più disponibili a parlare dei loro incassi sono gli italiani di Mediterranea, ovvero l'imbarcazione messa in acqua grazie a una grande colletta tra politici e notabili della sinistra italiana. In tutto, sono stati raccolti 769 mila euro, per portare in Italia meno di 80 persone da ottobre a oggi (due gommoni intercettati al largo dell'Africa, peraltro ancora in grado di stare a galla). In pratica, hanno speso 10 mila euro per ogni persona traghettata in Europa. Pagare a tutti un biglietto aereo sarebbe costato parecchio meno.

Insomma, si sentono missionari, ma gradiscono essere stipendiati.


ONG. Il cavallo di Troia del capitalismo globale
ONG. Il cavallo di Troia del capitalismo globale

 

ONG. IL CAVALLO DI TROIA DEL CAPITALISMO GLOBALE

 

Pare che un certo numero di paesi africani non voglia più i nostri abiti usati.
Che ingrati!
Perché voi pensavate forse che glieli regalassimo?
No, non proprio. Glieli vendiamo!
Ma, naturalmente, glieli vendiamo per aiutarli, come affermano le molte ONG che se ne occupano.
Intanto con la nostra carità, le benevolenti ONG di ogni tipo, che raccolgono i nostri abiti usati, oltre che svilupparsi, hanno rovinato l'industria tessile africana, che è artigianale e di qualità e non può competere coi nostri stracci usati, da noi gratuitamente ceduti.
Nel 2017 sono arrivati in Africa 1.200.000 tonnellate di indumenti usati. Se pensate che una tonnellata sono mille chili e che una camicia o una gonna pesano pochi etti, capirete che si tratta di un'inondazione che non poteva risparmiare nessuno. I nostri vestiti usati hanno rovinato la loro industria tessile, così come i nostri "aiuti alimentari" rovinano i loro agricoltori. Perché gli "aiuti alimentari" che la filantropia occidentale formato ONG distribuisce ai presunti affamati, non vengono mai dai contadini locali ma sempre dalle eccedenze della nostra industria agroalimentare.

Un altro piccolo inciso. I nostri "aiuti" di ogni genere convogliano nei paesi poveri, e in genere nelle loro zone più povere, anche tonnellate di plastica e altre schifezze sintetiche: quelle di cui sono fatti e quelle in cui sono confezionati per l'invio. E lì non c'è la raccolta differenziata e nemmeno gli inceneritori, il più delle volte non c'è nessuna raccolta e nessuna discarica. La "discarica" è il fiume o il mare che lambiscono le baraccopoli. Così non avete più bisogno di domandarvi da dove arrivino i continenti di plastica che stanno distruggendo gli oceani: arrivano dagli aiuti allo sviluppo.

Se lo stesso gigante FAO utilizza l’80 per cento delle proprie risorse all'unico scopo di mantenere se stesso, è facile comprendere quanto dispersivo, se non addirittura fraudolento, possa rivelarsi il funzionamento dell’enorme apparato istituzionalmente dedito al miglioramento delle condizioni di vita dei diseredati del pianeta.
Del resto, chiunque in Africa sia entrato in contatto un po’ approfondito con queste organizzazioni, avrà senz'altro riscontrato quanto possa risultare disinvolta la loro gestione finanziaria: sedi prestigiose, stipendi generosi, auto e residenze di lusso ai dirigenti, stuoli di segretarie graziose e profumatamente pagate. In queste condizioni è fatale che non molto resti poi disponibile per adempiere alle funzioni per cui l’organismo è stato costituito.

Le organizzazioni non governative (ONG) in Italia che si occupano di cooperazione con i paesi in via di sviluppo, devono ottenere il riconoscimento da parte del Ministero degli affari esteri a capo del quale il governo giallo/verde ha posto Enzo Moavero Milanesi già titolare degli Affari europei con Mario Monti ed Enrico Letta. Il suo ultimo incarico è stato quello di consigliere per la promozione del trasferimento a Milano della sede dell'Agenzia europea per i medicinali (Ema), nominato nell'incarico dal premier Paolo Gentiloni.
I vice-premier Di Maio e Salvini non si sono neppure accorti che alla Farnesina hanno messo un "piripicchio" della sinistra.
E i "pantaloni" degli italiani non sanno neppure che stanno foraggiando ben 230 ONG... dico duecentotrenta!
Italia, "il bel paese" degli asini!

ORA SAPETE A CHI STATE FACENDO BENEFICENZA!


Dacia Valent
Dacia Valent

«Italiani bastardi, Italiani di merda»

 

È il titolo di un significativo articolo pubblicato il 1° ottobre 2008 da Dacia Valent, italo-eritrea, ex poliziotta, figlia di una principessa somala e di un diplomatico friulano, nel suo blog personale.
È stata una politica italiana, che i comunisti avevano eletto a Strasburgo dal 1989 al 1994 diventando così la prima parlamentare di colore nella storia dello Stato italiano.
A Udine, dove si era trasferita nel 1980, uno dei suoi fratelli, Giacomo, fu assassinato con 63 coltellate a 16 anni, il 9 luglio 1985, da due compagni di scuola che lo avevano precedentemente insultato perché di colore.

Vale sicuramente la pena di riproporlo integralmente.
Buona lettura!

“Voi non riuscite nemmeno a immaginare quanto sia difficile per me scrivere, tentando di non ferire le vostre povere sensibilità di piccoli bianchi, totalmente ignoranti del loro passato di carnefici di neri, ebrei e musulmani.
Non conoscete nulla di quello che avete nel vostro Dna storico, vi riempite la bocca di ebrei solo per salvarvi la coscienza, raccontando di come gente tipo Perlasca – un fascista di merda che dovrebbe morire mille volte solo per essere stato fascista ed aver sostenuto foss'anche per un solo minuto quel regime – ne ha salvato alcuni.
Siete un popolo senza futuro perché siete un popolo senza memoria.
Me ne fotto degli italiani brava gente. Anzi, mi correggo, me ne fotto degli italiani bianchi e cristiani.
Naturalmente brava gente non lo siete.
Siete ignoranti, stupidi, pavidi, vigliacchi.
Siete il peggio che la razza bianca abbia mai prodotto.
Brutti come la fame, privi di capacità e di ingegno se non nel business della malavita organizzata e nella volontà delle vostre donne (studentesse, casalinghe, madri di famiglie) di prostituirsi e di prostituire le proprie figlie.
Anche quando dimostrate un barlume di intelligenza, questa si perde nei rivoli del guadagno facile e del tirare a fregare chi sta peggio di voi.
Nessuna delle vostre battaglie ha un senso per altri se prima non produce un tornaconto per voi stessi. Dalla politica alla religione, dal sociale alla cultura, siete delle nullità.
Capaci di raccogliere firme e manifestare, salvo poi smentire con ogni vostro atto quotidiano quello che a grande voce dichiarate pubblicamente. Andate a marciare da soli, che marci siete e marci rimarrete e non vi voglio profumare.
Non avete una classe media, siete una penosa e noiosa classe mediocre, incivile e selvaggia. I giornali più venduti sono quelli che trattano di gossip e i programmi televisivi più gettonati – al fine di vendere le proprie figlie come bestiame, come le vacche che sono destinate inevitabilmente a diventare, vista la vostra genia – sono i reality.
Avete acclamato qualsiasi dittatore e sottoscritto qualsiasi strage, salvo poi dimenticarvene ed assurgere come vittime di un elite. Non avete un'élite, coglioni, fatevene una ragione: i vostri deputati e senatori sono delle merde tali e quali a voi, i vostri capitani d’azienda sono dei progetti andati a male dei centri di collocamento, ma che hanno o avevano buoni rapporti famigliari o il culo l’hanno dato meglio di voi.
Non solo quelli al governo (o che fanno capo all’area governativa), anche e soprattutto quelli che fanno capo all'opposizione.
Da quelli oggi al governo non ci aspettiamo nulla se non quello che da anni ci danno: razzismo, esclusione, spedizioni punitive, insulti ed umiliazioni.
Ma da quelli all'opposizione, quelli che si sono arricchiti con anni di Arci, Opere Nomadi, Sindacati Confederali, e sempre sulla nostra pelle, facendoci perdere diritti che ormai davamo per acquisiti, ci aspettiamo che si facciano da parte.
Sono ormai troppi anni che deleghiamo le nostre lotte a persone che in teoria dovrebbero averle fatte proprie, dimenticandoci l’infima qualità dell’italiano pseudo-bianco e pseudo-cristiano: non vale un cazzo perché non ha valori che valgano.
Un popolo di mafiosi, camorristi, ignoranti bastardi senza un futuro perché non lo meritano: che possano i loro figli morire nelle culle o non essere mai partoriti.
Questo mondo non ha bisogno di schiavi dentro come lo siete voi, feccia umana, non ha bisogno di persone che si inginocchiano a dei che sia chiamano potere e denaro e nemmeno di chi della solidarietà ha fatto business. Ha bisogno di altro, che voi non avete e quindi siete inutili.
Dite che non è così? Ditelo ai Rom perseguitati in tutta Italia, ditelo ad Abdul (Abdul William Guibre), ditelo ai 6 di Castel Volturno (Strage di Castel Volturno), ditelo a Emmanuel, ditelo ai gay massacrati da solerti cristiani eterosessuali.
Ditelo a mio fratello, bastardi (suo fratello era stato assassinato in una rissa a Udine).
Ditelo alle decine di persone vere, non zecche e pulci come voi, che non denunciano perché sanno che se vanno dalla vostra polizia bastarda e assassina li umilieranno e magari li picchieranno di più e forse li uccideranno come l’Aldro (Federico Aldrovandi) [ammazzato come un cane perché pensavano fosse un extracomunitario], e se sono donne le violenteranno, e non avranno nessuno a cui rivolgersi per essere difesi.
Ditelo a quelli che rinchiudete per mesi nei vostri campi di concentramento senza alcun genere di condanna, solo per gonfiare le casse di qualche associazione che finanzierà un qualche partito, generalmente di sinistra, ditelo a quelli che lavorano per i vostri partiti e sindacati da lustri senza avere un contratto ma in nero, ditelo a quelli che si sono fidati di voi per anni, ditelo a quelli che raccolgono l’ultimo respiro di quei maiali dei vostri vecchi, e a quelli che si sfilano dalle fighe delle nostre ragazze per infilarsi in quelle larghe e flaccide delle vostre donnacce, ditelo ai nostri ragazzi che vincono medaglie e che saranno il futuro di questo paese, ditelo, figli di puttana.
Ditelo col cappello in mano, e gli occhi bassi, cani bastardi. Ma sappiate che la risposta ve l’hanno già data a Castel Volturno: Italiani bastardi, Italiani di merda. Io ci aggiungo bianchi, perché il discrimine è questo. Valete poco perché avete poco da dire e nulla da dare”.

L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA

Kashetu Kyenge, detta Cécile
Kashetu Kyenge, detta Cécile

 

«Questa congoloide figlia di gran puttana»

 

È il titolo di un significativo articolo pubblicato il 6 febbraio 2014 su "Pensiero Italiano".
Vale sicuramente la pena di riproporlo integralmente.
Buona lettura!

"La Kyenge (Kashetu Kyenge) è un ministro inutile e delinquente una congoloide di merda che ha truffato tutti gli Italiani per privilegiare immigrati delinquenti e puzzolenti come lei tramite invasioni vere e proprie.
Ieri, ancora 1.000 immigrati puzzolenti raccolti dalla marina militare e dalla guardia costiera a Lampedusa. Noi disoccupati non veniamo raccolti da nessuno.
Sembra che abbia anche aumentato di 50 euro i sussidi che prendono questi sporchi cultori dei miei coglioni.
I disoccupati Italiani a casa e questa figlia di gran puttana gli aumenta i sussidi! Preciso che gli immigrati appena mettono piede in Italia vengono privilegiati con sussidi pagati da noi che vanno dai 600 agli 800 euro al mese! Soldi nostri.
E’ chiaro che questa figlia di gran puttana va cacciata a calci nel culo".

 

Gli sprechi folli della Kyenge
Convegno sull’inclusione sociale dei Rom (40.000 euro)
Convegno di Rom in Polonia (9.900 euro)
Laboratorio antirazzista (17.000 euro)
Laboratorio di scrittura antirazzista (9.800 euro)
Workshop sull’accoglienza dei migranti (7.900 euro)
Festival del cinema transessuale (5.940 euro)
3 coffe-break sul tema asilo a gay lesbiche e trans (1.500 euro)
Incontro strategia nazionale LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender 1.000 euro)


PURTROPPO IN ITALIA C’È ANCORA QUALCHE FESSO CHE PARLA DI “POSSIBLE INTEGRAZIONE”!